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La mia prima (non) maratona

Questa storia parte da molto lontano e vorrei fosse finita con me con le braccia al cielo sotto l’arco dell’arrivo della Maratona di Roma ai Fori Imperiali, ma purtroppo il finale di questa storia, se fisico e testa lo vorranno, è soltanto rimandato di qualche mese.

E allora perché scrivi questa storia, vi chiederete. Bhe, perché dietro ad una maratona annullata venti giorni prima della gara, ci sono tre tappe fondamentali di avvicinamento: pensare di correre una maratona, iscriversi ad una maratona e per ultimo, la parte più dura, preparare atleticamente una maratona. 

Come scritto prima, questa storia parte da molto lontano, circa sette anni fa, quando stanco di fare il solito fitness in palestra, mi iscrivo ad un corso di CrossFit. Li conosco una Coach davvero tanto tosta e preparata, la mia amica Nadia, che oltra che a cambiare il modo di allenarmi, ha fatto una specie di miracolo, ha cambiato la mia testa nel modo di approcciarsi allo sport, la capacità di stringere i denti e non mollare mai. All’inizio è stato complicato ma poi, piano piano ho capito che quella sofferenza, alla fine di ogni allenamento mi faceva stare bene. 

Passano gli anni, continuo ad allenarmi, studio molto e riesco anche a costruirmi allenamenti personalizzati, ma ad un certo punto la mia palestra chiude per problemi con il comune e io mi ritrovo a febbraio del 2016 senza posto per allenarmi e iscriversi per pochi mesi ad una nuova palestra avevo pochissima voglia. Provo per qualche giorno ad allenarmi al parco, ma è un po’ complicato. 

Incitato da un mio caro amico Triatleta, Andrea, mi ritrovo a provare a fare qualche km di corsa. “prova, prova” mi diceva, io ero un po’ perplesso, in quanto fino a quel momento la corsa l’avevo sempre odiata, forse perché ho fatto il militare nei bersaglieri e mi era venuta la nausea. 

Fatto sta che compro delle scarpe da corsa in superofferta da Decathlon e inizia l’avventura. Inizio blando, pochi km, musica rock nelle orecchie e la cosa mi piace, molto. Sensazioni positive e soprattutto sento benessere ogni volta che torno da un allenamento. Passa il tempo e la cosa mi piace sempre più, conosco nuovi amici e nuovi runners nel mio quartiere che mi parlano entusiasti della RomaOstia appena corsa, che passa praticamente sotto casa mia. Ho pensato manca un anno, perché non provarci, certo 21km sono veramente tantissimi però ho il tempo per capire se posso farcela. E così inizio ad allenarmi, senza tabelle, senza tempi, ma con i preziosi consigli di Andrea e con l’ormai irrefrenabile voglia di correre che mi aveva conquistato, quella voglia che ti porta ad allenarti, col caldo, col freddo, col sole, con la pioggia e con la neve, ma tu non puoi farne a meno perché ormai è diventata una droga. Quella voglia che mi porterà a correrne tre di RomaOstia e non una, insieme ad altre bellissime mezze maratone e gare da 10 km. Ma per fare questo, oltre che alle scarpe e alla testa occorreva una squadra podistica e qua mi è venuto incontro un amico e collega di Ostia, Roberto, che non finirò mai di ringraziare, per avermi fatto conoscere quella che è la mia seconda famiglia, la mia squadra, Runners For Emergency. Una squadra dal cuore grande, dai grandi valori di uguaglianza e solidarietà e che tutto quello che guadagna dai risultati podistici, lo dona ad Emergency, la ONLUS di Gino Strada. Da qui il nostro slogan “Sosteniamo Emergency Correndo”. Una squadra che dal primo giorno in cui ho messo piede nel mitico gazebo mi ha fatto sentire subito uno di casa, da Claudia ad Arianna al mitico presidente Elvio e via via poi tutti gli altri diventati grandissimi amici.

Con loro la domenica alle gare è come ritrovarsi in una festa, perché la corsa non è solo sudore, sacrificio, fatica, ma è soprattutto sorrisi, gioia, spensieratezza, spegnere il cervello e godersi il panorama e finita la gara è abbracciarsi e stare insieme davanti ad una bella birra insieme.

E questo stare insieme, questa passione per la corsa prima o poi ti fa arrivare a pensare, e a ripensare “ho fatto tante mezze maratone è ora di scrivere la PROPRIA storia e portarsi a casa la medaglia più pesante, quella della gara regina: La Maratona.” E perché non fare quella della propria città? Così il 19 ottobre 2019, il giorno del mio 46° compleanno, comunico a mia moglie e ai miei figli che parteciperò alla Maratona di Roma del 29 marzo 2020. Mia moglie è spaventata, lo sarei anche io al suo posto. I ragazzi fanno il tifo per me. Un papà Supereroe che fa la Maratona. Ricordo ancora quando ho cliccato sul tasto ISCRIVITI e nell’istante dopo ho avuto un capogiro e le gambe mi tremavano. L’ho subito detto alla mia amica Arianna che si occupa delle iscrizioni della squadra. “L’ho fatto ARYYY, l’ho FATTOOO !!!” Ne ho parlato con una grande maratoneta, il mio amico Super Domenico e lui mi disse che era tutto normale, soprattutto avere “paura” della maratona è il modo migliore per affrontarla, perché è una gara che va rispettata e non ti perdona nulla.
Per essere sicuro di finirla però dovevo contare su due fattori: il primo, una tabella di preparazione e compagni di allenamento e li ho trovato due persone stupende, Alessandro (il Coach)  e Gian Marco, con loro sono stati mesi duri ma bellissimi, dove è nata anche una profonda amicizia; il secondo un compagno di gara per provare a farla insieme per incitarsi nei momenti di difficoltà, e li non potevo che non scegliere il mio compagno di squadra ma soprattutto grandissimo amico Nick, compagno di mille avventure e già con un po’ di maratone alle spalle e con la giusta esperienza. Inoltre prendo una decisione che si rivelerà saggia: sarà una preparazione senza stress, una preparazione per finire la gara, una preparazione col sorriso e solo con la voglia di correre. E così è stata.

Subito dopo Natale comincia l’avventura. Gli allenamenti si susseguono faticosi ma allegri insieme ai miei compagni di viaggio, ripetute, ripetute in salita, lunghi, allunghi che mi porteranno a fare nuovi record sui 10km e sulla Mezza Maratona e fino a correre per la prima volta in vita mia 33km, il famigerato LUNGHISSIMO. Le gambe giravano, la testa andava, perché va allenata anche quella, soprattutto dal trentesimo km in poi. Ero pronto, ero felice, ero Invincibile …ma poi, non tutte le belle storie hanno un lieto fine, anzi purtroppo quello che ha colpito il mondo è una vera e propria catastrofe dal nome COVID-19.

Correrò l’ultima gara il 23 febbraio a Napoli, la mezza maratona, facendo il mio Personal Best, ma già a fine gara avevamo capito insieme ai miei compagni che da li a poco avrebbero annullato tutte le gare e così è stato. Dalla Roma Ostia alla gara per la quale avevo dato tutto, la Maratona di Roma. 

Nei primi giorni dopo la decisione ho avuto sconforto e tristezza, tanta fatica per un pugno di mosche. Già pregustavo l’ingresso ai Fori Imperiali con la gloria che mi attendeva. 

Poi però la situazione sanitaria è molto peggiorata, tantissime vittime al Nord Italia e la pandemia che si spande per il mondo. E allora li pensi che alla fine, la tua tristezza non è nulla rispetto a tutte quelle persone decedute da sole in ospedale, senza un famigliare che li accompagnasse per l’ultima corsa e alla tristezza di chi è rimasto a casa ad aspettare quella telefonata di vita o di morte.

Allora penso che poi alla fine, il viaggio che ho intrapreso è stato comunque bellissimo, ho preparato al meglio delle mie possibilità una MARATONA, ho sudato, ho sofferto, non ho mai mollato, ho sorriso, ho festeggiato ed ho arricchito la mia esperienza di podista perché in fondo la mia Maratona è solo rimandata, adesso l’importante è sconfiggere questo maledetto Virus e per fare questo, nel nostro piccolo possiamo fare solo una cosa:

#RESTIAMOACASA e #TORNEREMOPRESTOACORREREINSIEME

Alessio Salini